L’Italia resta pressoché l’unico paese a imporre ancora l’utilizzo delle mascherine

di Redazione Assis

A quasi 30 mesi dall’inizio della pandemia e nonostante la fine dichiarata dello stato di emergenza, l’Italia resta pressoché l’unico paese a imporre ancora l’utilizzo delle mascherine in alcuni luoghi, tra cui la scuola, nonostante il distanziamento imposto e rigorosamente rispettato dai bambini al banco. Al di là dell’impatto ambientale occorre valutarne seriamente utilità e potenziali effetti nocivi per la salute di chi le indossa.

In uno studio pubblicato nel maggio 2020, il dott. Alberto Donzelli aveva analizzato criticamente gli RCT riportati in una precedente revisione sistematica per valutare l’efficacia delle mascherine mediche nel prevenire infezioni respiratorie in contesti universitari/comunitari e assembramenti all’aperto. Lo studio metteva in evidenza anche i possibili effetti indesiderati derivanti dall’uso prolungato ed errato delle mascherine:

“Vi sono rischi certi, molteplici e sottovalutati di tipo dermatologico,fino a lesioni che possono costituire altre porte d’ingresso di patogeni. […] Infatti in soggetti infetti inconsapevoli, in cui l’emissione di virus è massima nei due giorni precedenti i sintomi (che potrebbero anche non comparire affatto!), la mascherina obbliga a un continuo ricircolo respiratorio dei propri virus, aggiungendo la resistenza all’esalazione, con concreto rischio di spingere in profondità negli alveoli una carica virale elevata, che poteva essere sconfitta dalle difese innate se avesse impattato solo con le vie respiratorie superiori, ben fornite di IgA e IgG già pronte.”

Perché ancora oggi si fa un uso smodato ed eccessivo di questo dispositivo per frenare la trasmissione e perché il Governo ne impone ancora l’utilizzo, senza tenere conto degli aspetti negativi e nocivi? Cosa sappiamo di più oggi rispetto a quello studio del maggio 2020 e ai tanti studi controllati randomizzati condotti prima e durante la pandemia che giustifichi ancora il perdurare di questa anomalia (ancora una volta) tutta italiana?

Ai tanti già esistenti, si sono aggiunti diversi nuovi interessanti studi che evidenziano i danni provocati dalle mascherine; solo per citarne alcuni:

Ma un lavoro di comparazione eclatante è stato esposto in un recente articolo dal Brownstone Institute che ha concluso che le mascherine, chirurgiche o di stoffa, non hanno di per sé alcun impatto sul controllo della trasmissione del virus della Covid-19. Nell’articolo sono ben 167 gli studi presi in esame e alla luce dei quali si può certamente affermare che l’evidenza dimostra come un tale dispositivo non solo è inefficace ai fini del controllo del virus, ma è dannoso, soprattutto sui bambini.

Su quali basi ritenute scientifiche allora il Governo fonda ancora le sue direttive?

Ci auguriamo sempre di più che tutti i suddetti studi siano seriamente presi in considerazione, che si smetta di nascondere dietro l’ormai ripetuto refrain “proteggiamo i fragili” misure sanitarie che sanitarie non sono, ma deleterie.

Ci auguriamo che l’impatto per un bambino che ancora deve indossare una mascherina a scuola sia valutato nella sua complessità e quindi anche dal punto di vista psicologico ed educativo.

Speriamo infine che le persone riescano a liberarsi finalmente da questo dannoso dispositivo, divenuto ormai mero simbolo di terrore, ma di fatto inutile ai fini di una protezione reale, sana ed efficace.

Pubblicato il 10/05/22 su:

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