Basta con i bambini in maschera!

di Alessia Zurlini

L’inizio del nuovo anno scolastico è alle porte e dopo le ambigue linee guida emanate dall’Istituto superiore di sanità, ricompare lo spettro delle mascherine per i bambini che frequenteranno la scuola. L’obbligo di mascherina non ha funzionato nel limitare la diffusione del virus ed è scientificamente ingiustificato. L’obbligo è una scelta politica a cui ci opponiamo con la forza delle prove scientifiche.

Le mascherine non hanno funzionato

L’obbligo di far indossare sempre ai bambini a scuola una mascherina non è mai stato giustificato durante la pandemia di Covid-19, e non è evidentemente servito. Abbiamo esempi lampanti di come molti sostenitori dell’obbligo di mascherina, come il ministro Speranza, il presidente Joe Biden e tanti altri, si siano comunque ammalati di COVID-19.

L’obbligo della mascherina è scientificamente ingiustificato.

La maggior parte degli studi che valutano l’impatto degli obblighi delle mascherine non mostrano un’associazione tra questi e il contenimento della diffusione del virus o dei ricoveri. Numerosi articoli recenti hanno confermato la loro inefficacia; tra questi un’analisi europea ha evidenziato come  “i paesi con alti livelli di conformità alla mascherina non hanno ottenuto prestazioni migliori di quelli con un basso utilizzo della maschera nel periodo di sei mesi che comprendeva la seconda ondata europea di COVID-19”.

Confrontando le esperienze in diverse scuole, si è anche visto che, tra quelle in cui ai bambini veniva imposta la mascherina e quelle in cui i bimbi non la indossavano, non vi era differenza. “I nostri risultati contribuiscono al crescente corpo di letteratura che suggerisce che gli obblighi di mascherine a scuola hanno un impatto limitato o nullo sui tassi di casi di COVID-19 tra gli studenti”. Al contrario hanno avuto un notevole impatto sullo sviluppo sociale e linguistico dei bambini; in definitiva gli obblighi hanno causato “conseguenze dannose e non intenzionali.”

Le mascherine possono fare male

Tra le conseguenze negative inattese legate al loro uso protratto è possibile vi sia addirittura, come riportato da un recente studio, una “moderata correlazione positiva” con le morti legate alla COVID-19. In altre parole, più mascherine sono state utilizzate, maggiore è stato il tasso di mortalità. Anche il dott. Foegen suggerisce fortemente che gli obblighi di mascherina hanno causato il 50% in più di decessi rispetto a chi non la indossava. Il dottor Foegen ha teorizzato che le goccioline ipercondensate catturate dalle mascherine vengano reinalate e introdotte più in profondità nel tratto respiratorio, causando così una maggiore carica virale e di conseguenza un aumento del tasso di mortalità (l’effetto Foegen).

Oltre a tali effetti gravissimi, una analisi condotta da un team interdisciplinare di medici tedeschi, ha riscontrato un potenziale rischio di sindrome da esaurimento da mascherina (MIES). I sintomi più frequentemente osservati (stanchezza, mal di testa, vertigini, mancanza di concentrazione) descritti per MIES si sovrappongono a sintomi importanti descritti per la Long Covid.

Inoltre, sebbene attualmente non possiamo stimarne né l’eventuale rilascio né gli effetti dell’esposizione sull’individuo, è noto che numerose mascherine sono state ritirate dal mercato in diversi paesi  poiché analizzandole sono state rinvenute microplastiche, nanoparticelle, composti coloranti, sostanze alchilate o perfluorurate (PFAS) e metalli pesanti potenzialmente dannosi per la salute. Nei bambini la cautela nell’uso di mascherine è dunque ancor più necessaria.

Se inalate, le microplastiche e le nanoparticelle possono legarsi a proteine, vitamine e minerali formando le cosiddette bio-corone che possono accumularsi in diversi organi e disturbare importanti processi fisiologici e immunologici.

L’Istituto di sanità pubblica belga, Sciensano, ha trovato biossido di titanio in 24 tipi di mascherine analizzate; se queste particelle venissero rilasciate e inspirate potrebbero indebolire il sistema immunitario innato ed entrare direttamente nel cervello e causare stress ossidativo nelle cellule gliali che svolgono un ruolo importante nel corretto funzionamento del sistema immunitario innato e del sistema nervoso. L’esposizione materna al biossido di titanio durante la gravidanza può causare una compromissione della memoria nel bambino. L’esposizione a lungo termine e le alte concentrazioni potrebbero persino causare danni al DNA. Sul mercato sono ancora disponibili mascherine con biossido di titanio.

Un team di scienziati giapponesi ha poi evidenziato sul lato interno ed esterno di varie mascherine la presenza di agenti patogeni (batteri e funghi). Il corpo è così esposto a una maggiore concentrazione di (mico)tossine che spesso determina una sensazione di affaticamento e di malessere. I batteri tendono a concentrarsi all’interno delle mascherine (più vicini al viso) mentre all’esterno delle mascherine si trovano prevalentemente i funghi; più a lungo viene indossata, più batteri e funghi si moltiplicano, indipendentemente dal tipo di mascherina e dalle misure protettive adottate per mantenerla pulita.

Mentre alcuni dei batteri e dei funghi identificati sono generalmente innocui, altri sono collegati a patologie (es. Staphylococcus aureus). Nel caso dei funghi, quelli che si accumulano sulle mascherine possono provocare micosi cutanee contagiose e prurito.

Nella loro conclusione, gli autori hanno scritto che le persone dovrebbero “evitare l’uso ripetuto di mascherine per prevenire l’infezione microbica“, specialmente se hanno un sistema immunitario indebolito.

Altri autori hanno sottolineato come le mascherine possano provocare acne e  problemi alla bocca . Lo Staphylococcus aureus può causare polmonite e sepsi. Molte delle esotossine e degli enzimi secreti da questi batteri sopprimono le cellule T del sistema immunitario.

Un problema non da meno è dato dalla reinalazione della anidride carbonica espirata. Diversi studi hanno riscontrato un aumento del livello di anidride carbonica quando si indossano le mascherine. Questo fenomeno è più pronunciato durante lo sport (ne abbiamo parlato QUI)

Uno studio sperimentale condotto su bimbi sani di età compresa tra 6 e 17 anni ha evidenziato come, indossando mascherine chirurgiche o mascherine FFP2 in una posizione seduta di riposo, aumenti rapidamente il contenuto di CO2 nell’aria inalata “fino ad un livello molto alto tale da poter essere pericoloso per la loro salute.”

il livello di CO2 considerato normale per l’aria in ambienti chiusi è di 1.000 ppm, quello accettabile è di 2.000 ppm, quello misurato nei bambini arriva a livelli da 13.000 a 13.750 ppm, indipendentemente dal fatto che i bambini indossino una mascherina chirurgica o una FFP2. Questo valore è sicuramente il minimo riscontrabile nei bambini con mascherina poiché è stato misurata solo dopo un breve periodo e senza sforzo fisico.

Un cambiamento a lungo termine, anche se piccolo, dei gas O2/CO2 nell’aria inalata può influenzare in modo sfavorevole il microbioma di pelle, bocca, naso, polmoni e intestino. Le variazioni nei livelli di questi  gas respiratori al di fuori dell’intervallo fisiologico possono portare a condizioni patologiche, tra cui problemi respiratori e cardiaci, soppressione immunitaria, aumento dell’invecchiamento e alterata espressione genica per fertilità e morte. I potenziali rischi a lungo termine sono ancora sconosciuti.

Un rapporto dell’Istituto di sanità pubblica olandese (RIVM) pubblicato nel novembre 2021 ha affermato chiaramente che “la sicurezza delle mascherine non può essere garantita”.

L’uso della mascherina è un atto sanitario, con vantaggi e rischi diversi a seconda della persona, del contesto sociale, dell’ambiente, della presenza di altre misure di contenimento del contagio. Nei bambini, l’uso obbligatorio e continuo a scuola, soprattutto quando è mantenuta la distanza interpersonale, o durante l’attività fisica non è accettabile perché è inutile e dannoso.

Oltretutto, impedire l’infezione da Sars-CoV-2 nei bambini può essere addirittura controproducente, soprattutto con la dominanza della variante Omicron che determina quadri clinici più lievi dei ceppi precedenti. Evitare il contagio dei bambini, li espone al rischio di contrarre la malattia in età più avanzate, con maggiori possibilità di decorsi più gravi, mentre in età pediatrica la malattia è quasi sempre lieve o asintomatica e produce un’immunità naturale persistente. Vanno discusse, in base a dati scientifici, strategie che consentano lo sviluppo dell’immunità naturale nei gruppi a minimo rischio di forme gravi di COVID-19, poiché allo stato delle conoscenze l’immunità acquisita con l’infezione naturale è più robusta e duratura di quella vaccinale. Ciò dà un vantaggio individuale al bambino, ma anche alla sua famiglia, ai nonni e all’intera comunità. 

Chiediamo quindi con forza che il nuovo anno scolastico inizi e decorra senza imposizioni per i bambini ed i ragazzi che hanno il diritto di crescere in ambienti sani affiancati da adulti che abbiano come scopo principale la tutela della loro salute mentale e fisica.

Pubblicato il 26/08/2022 su:

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