Mantenere alto il terrore (e il controllo) grazie alle epidemie: il vaiolo delle scimmie

di Redazione Assis

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha già convocato un gruppo di esperti per un “meeting di emergenza”, alcuni paesi hanno già ordinato scorte del vaccino, già pronto e approvato nel 2019…

Dopo l’allarme causato dalle bronchioliti da virus respiratorio sinciziale, le epatiti da un adenovirus mutato, un nuovo fantasma si aggira per l’Europa… No, non è il comunismo, è il vaiolo delle scimmie!

Gli scienziati televisivi torneranno in prima serata, i virologi saranno richiestissimi perché occorre fare chiarezza; allenati dalle verità sulla COVID-19 ben diffuse, sapremo tutto anche su questa nuova catastrofe che rischia di travolgerci.

Il vaiolo delle scimmie non è uno sconosciuto

Il virus Monkeypox è noto da tempo. E’ un Orthopoxvirus che provoca una malattia con sintomi simili a quelli del vaiolo, ma meno gravi. Mentre il vaiolo umano è stato eradicato nel 1980, il vaiolo delle scimmie continua a verificarsi nei paesi dell’Africa centrale e occidentale. Esistono due ceppi: quello dell’Africa occidentale, con un tasso di mortalità in individui non vaccinati di meno dell’1%, e quello del bacino del Congo, noto anche come ceppo dell’Africa centrale con tasso di mortalità più elevato che, in determinate condizioni, può arrivare anche all’11%.

Ovviamente il tasso di mortalità nei paesi africani non è sovrapponibile a quello dei paesi europei perché sono molto differenti i determinanti socio-economici di salute.

Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi: una malattia che viene trasmessa dagli animali all’uomo (a differenza del virus variola che provoca il vaiolo). I casi segnalati riguardano persone che vivono vicino alle foreste pluviali tropicali dove ci sono animali portatori del virus o dove le popolazioni si alimentano principalmente con animali selvatici. La maggior parte dei casi si verifica laddove si hanno servizi sanitari con risorse insufficienti o in luoghi attivi di conflitto e disordini civili.

La trasmissione da uomo a uomo è limitata. Il virus può essere trasmesso attraverso il contatto con fluidi corporei, lesioni sulla pelle o sulle superfici mucose interne, come nella bocca o nella gola, goccioline respiratorie e oggetti contaminati. Il test di laboratorio usato per il rilevamento del DNA virale è la reazione a catena della polimerasi (PCR) e i campioni più affidabili provengono direttamente dall’eruzione cutanea: pelle, liquido o croste.

Il virus è stato identificato per la prima volta come agente naturale di malattie umane nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo (RDC, ex Zaire), dove tuttora è una malattia di cui vengono segnalati più di mille casi all’anno.

Prima del 2000, le segnalazioni di vaiolo delle scimmie umano al di fuori della Repubblica Democratica del Congo erano scarse, con 21 casi segnalati da 7 paesi dell’Africa occidentale e centrale – la maggior parte registrati negli anni ’70 e 80. Dal 2016 sono aumentati i casi n zone africane mai interessate prima dalla malattia, in particolare la Nigeria sta attualmente affrontando il più grande focolaio documentato di vaiolo delle scimmie dell’Africa occidentale con 197 casi sospetti e 68 casi confermati.

Sintomi

Il vaiolo delle scimmie si presenta con febbre, un’estesa eruzione cutanea caratteristica e ingrossamento dei linfonodi.

Il periodo di incubazione può variare da 5 a 21 giorni. Lo stadio febbrile della malattia di solito dura da 1 a 3 giorni con sintomi che includono febbre, intenso mal di testa, linfoadenopatia (gonfiore dei linfonodi), mal di schiena, mialgia (dolore muscolare) e un’intensa astenia (mancanza di energia). La fase febbrile è seguita dalla fase di eruzione cutanea, che dura da 2 a 4 settimane. Le lesioni spesso iniziano sul viso ma possono poi diffondersi ad altre aree come i genitali, ed evolvono da macule (lesioni con una base piatta) a papule (lesioni dolorose e sode sollevate) a vescicole (riempite di liquido limpido) a pustole (riempite di pus), seguite da croste.

Generalmente, i casi di vaiolo delle scimmie sono lievi e le persone tendono a riprendersi in poche settimane.

Michael Head, ricercatore senior dell’Università di Southampton, ha dichiarato: “I rischi per il pubblico più ampio del Regno Unito sono estremamente bassi e disponiamo di strutture sanitarie specializzate nel trattamento di queste infezioni tropicali.”

Prevenzione

La prevenzione e il controllo del vaiolo delle scimmie umano si basano sulla sensibilizzazione delle comunità e sull’educazione degli operatori sanitari per riconoscere l’infezione e fermarne la trasmissione.

La maggior parte delle infezioni umane da vaiolo delle scimmie deriva da una trasmissione primaria da animale a uomo. Il contatto con animali selvatici malati o morti dovrebbe essere evitato e tutti gli alimenti contenenti carne o parti di animali devono essere cotti adeguatamente prima di essere consumati. Dovrebbe essere evitato il contatto ravvicinato con persone infette o materiali contaminati. Guanti, altri indumenti e dispositivi di protezione individuale devono essere indossati durante l’assistenza ai malati, sia in strutture sanitaria che a casa.

Terapia

Fino ad oggi non esisteva una terapia specifica e il trattamento dei pazienti con vaiolo delle scimmie era di supporto a seconda dei sintomi. Nella Gazzetta ufficiale n°86 del 12/04/2022 viene dichiarata l’approvazione con procedura centralizzata, del medicinale per uso umano denominato Tecovirimat Siga (Determina n. 43/2022). Tale farmaco è indicato per il trattamento del vaiolo umano, vaiolo della scimmia e vaiolo bovino, nonché nel trattamento delle complicazioni dovute a replicazione del virus vaccinico a seguito di vaccinazione antivaiolosa negli adulti e nei bambini con peso corporeo di almeno 13 kg. La procedura centralizzata ai sensi del Regolamento (CE) 726/2004 è coordinata dall’Agenzia europea per i Medicinali (EMA), che lavora in rete con le autorità competenti di ciascuno Stato membro. L’autorizzazione così ottenuta è valida in tutti i paesi dell’UE. L’EMA, attraverso il suo Comitato scientifico per i Medicinali per Uso Umano (Committee for Human Medicinal Products, CHMP), composto da rappresentanti di ciascuno Stato membro e da esperti selezionati sulla base di specifiche competenze scientifiche, valuta la documentazione presentata dall’azienda farmaceutica, verifica il rapporto beneficio/rischio sulla base dei dati di qualità, efficacia e sicurezza del medicinale ed esprime un parere entro un arco di tempo predefinito (massimo 210 giorni). Il parere espresso dal CHMP, a maggioranza o all’unanimità, viene trasmesso alla Commissione europea, che emana una decisione finale sull’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) del medicinale con carattere vincolante per tutti gli Stati membri.

Inoltre, il Tecovirimat Siga è nella lista dei Medicinali sottoposti a monitoraggio addizionale, come stabilito dalla nuova legislazione di farmacovigilanza che prevede un’ulteriore attività di sorveglianza per alcune tipologie di medicinali per i quali sono disponibili dati di sicurezza limitati, nell’ottica della trasparenza e del maggior coinvolgimento di pazienti e operatori sanitari nella segnalazione di reazioni avverse. Il provvedimento prevede l’inclusione di un simbolo nero (un triangolo equilatero rovesciato) e una dicitura standard sui fogli illustrativi a partire dal prossimo autunno, per informare i pazienti e gli operatori sanitari che il farmaco è sottoposto a monitoraggio addizionale e per incoraggiarli a segnalare eventuali eventi avversi riscontrati, così che le autorità competenti possano intraprendere le necessarie azioni regolatorie.

Altre condizioni e requisiti dell’autorizzazione all’immissione in commercio sono la presentazione di Rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza (PSUR), il primo dei quali entro sei mesi successivi all’autorizzazione.

Perché è stata richiesta l’autorizzazione per un farmaco da utilizzare contro una malattia eradicata da anni nell’uomo? Avevano già previsto l’arrivo del vaiolo delle scimmie?

Il vaccino

Nonostante questo nuovissimo farmaco la corsa al vaccino è già iniziata, pare infatti che il governo del Regno Unito abbia acquistato migliaia di dosi di vaccino e abbia già iniziato a distribuirli tra stretti contatti di persone infette e che gli Stati Uniti abbiano acquistato 13 milioni di dosi con un contratto da 299 milioni di dollari.

Al momento attuale, l’allarmismo è ingiustificato. La vaccinazione contro il vaiolo umano offre protezione incrociata efficace all’85% dei casi nella prevenzione del vaiolo delle scimmie. I membri della famiglia e della comunità, gli operatori sanitari e il personale di laboratorio che sono stati vaccinati contro il vaiolo durante l’infanzia possono avere una buona protezione residua anche contro il vaiolo delle scimmie. Esiste poi un vaccino specifico, approvato da FDA il 24 settembre 2019, chiamato Jynneos™ per la prevenzione del vaiolo e della malattia del vaiolo delle scimmie negli adulti di età pari o superiore a 18 anni. E’ nato dalla collaborazione tra il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti e la ditta Bavarian Nordic. Jynneos è una sospensione per iniezione sottocutanea (0,5 ml) a base di un virus vaccinico vivo attenuato (Vaccinia modificata Ankara, MVA-BN), in grado di suscitare una potente risposta immunitaria. E’ stato testato su un totale di 7871 individui di età compresa tra i 18 e gli 80 anni che hanno ricevuto almeno 1 dose (7109 individui naïve al vaccino contro il vaiolo e 762 soggetti precedentemente vaccinati contro il vaiolo) in 22 studi clinici, inclusi due studi di Fase 3. L’approvazione per il vaiolo delle scimmie si basa sui dati di sopravvivenza ottenuti in studi di provocazione del virus del vaiolo delle scimmie letali in primati non umani. La sopravvivenza globale in vari modelli variava dall’80% al 100% degli animali vaccinati con Jynneos rispetto allo 0-40% degli animali di controllo. Le reazioni avverse più comuni (>10%) associate a Jynneos sono state reazioni al sito di iniezione (dolore, arrossamento, gonfiore, indurimento, prurito) e reazioni avverse sistemiche come dolore muscolare, mal di testa, affaticamento, nausea, mialgia e brividi. Reazioni avverse gravi sono state riportate nello 0,05% dei soggetti che hanno ricevuto Jynneos e includevano morbo di Crohn, sarcoidosi, paresi muscolare extraoculare e costrizione della gola. Reazioni avverse cardiache di particolare interesse sono state riportate nello 0,08% dei soggetti che hanno ricevuto Jynneos e includevano tachicardia, inversione dell’onda T dell’elettrocardiogramma, elettrocardiogramma anormale, elevazione del segmento ST dell’elettrocardiogramma, onda T dell’elettrocardiogramma anormale e palpitazioni. [http://www.jynneos.com]

Bavarian Nordic ha finora consegnato 28 milioni di dosi di MVA-BN congelato con liquido alla scorta nazionale strategica degli Stati Uniti per un uso di emergenza. La Società ha un contratto decennale con BARDA per ricostituire e potenzialmente espandere le scorte, che sono scadute, con una formulazione liofilizzata del vaccino. È attualmente in corso uno studio di coerenza del lotto di fase 3 della formulazione liofilizzata per supportare l’approvazione di questa formulazione.

MVA-BN è approvato anche nell’UE con il nome commerciale Imvanex® per l’immunizzazione attiva contro il vaiolo della popolazione adulta in generale, comprese le persone con sistema immunitario indebolito (persone con diagnosi di HIV o dermatite atopica) e in Canada con il nome commerciale Imvamune® per l’immunizzazione attiva contro il vaiolo in un’emergenza sanitaria pubblica per le persone di età pari o superiore a 18 anni che sono controindicate alla replicazione dei vaccini contro il vaiolo.

Cosa sappiamo della situazione attuale?

Quanti casi sono stati confermati?

In Inghilterra sono stati confermati 20 casi tra il 6 e il 20 maggio.  Nello stesso periodo la Spagna ha segnalato 23 casi potenziali ma non confermati e il Portogallo ha confermato cinque dei suoi 20 casi sospetti. Un caso è stato confermato negli Stati Uniti.  In Italia il primo caso è stato segnalato il 19 maggio.

Come si sta diffondendo?

La novità sta nel fatto che, oltre alla nota trasmissione attraverso le grandi goccioline respiratorie, pare che il virus possa diffondersi anche attraverso i fluidi corporei. Gli ultimi casi sono stati principalmente tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. L’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito  ha  affermato che, sebbene il vaiolo delle scimmie non sia stato precedentemente descritto come un’infezione sessuale, possa essere trasmesso per contatto diretto durante il sesso e persino attraverso il contatto con indumenti o biancheria usati da una persona affetta dal virus.

Inger Damon, dirigente dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha affermato: “Molti di questi rapporti globali di casi di vaiolo delle scimmie si verificano all’interno di reti sessuali. Tuttavia, gli operatori sanitari dovrebbero prestare attenzione a qualsiasi eruzione cutanea che abbia caratteristiche tipiche del vaiolo delle scimmie. Chiediamo al pubblico di contattare il proprio medico se hanno una nuova eruzione cutanea e sono preoccupati per il vaiolo delle scimmie“.

Gli Stati Uniti e l’Europa hanno visto precedenti  importanti focolai?

Nel 2003 gli Stati Uniti hanno avuto un focolaio di 47 casi confermati e probabili legati a una spedizione di animali dal Ghana. Tutti coloro che sono stati infettati dal vaiolo delle scimmie si sono ammalati dopo il contatto con cani della prateria che erano stati infettati dopo essere stati ospitati vicino ai piccoli mammiferi importati.

Cosa è cambiato?

Dopo l’eradicazione globale del vaiolo nel 1980, il vaiolo delle scimmie è emerso come il più importante Orthopoxvirus negli esseri umani. Il Comitato per la ricerca sui virus Variola (ACVVR) si riunisce ogni anno per controllare l’andamento della malattia, e tutti i casi vengono sistematicamente registrati e discussi. Ad esempio, nel 2018, 2019 e 2021 sono stati registrati 7 casi di vaiolo delle scimmie nel Regno Unito, principalmente tra persone con una storia di viaggi in paesi endemici. Tuttavia, l’ECDC ha affermato che è la prima volta oggi che vengono segnalate catene di trasmissione in Europa senza collegamenti epidemiologici noti con l’Africa occidentale e centrale e le modalità di trasmissione omosessuale: “Data  la  frequenza  insolitamente alta di trasmissione da uomo a uomo osservata in questo evento e la probabile trasmissione nella comunità senza precedenti di viaggi in aree endemiche, deve essere valutata la probabilità di un’ulteriore diffusione del virus.”

Nel 1997 l’OMS non raccomandava la vaccinazione per Monkeypox poiché la patologia “può essere facilmente gestito terapeuticamente con normali misure sanitarie”. La malattia è solitamente moderata e la maggior parte degli infetti viene ricoverata per limitare i contagi, senza trattamento particolare, per poche settimane.

Oggi, finalmente, dobbiamo avere paura anche del vaiolo delle scimmie!

Rngraziamo la Dott.ssa Marina Pintore per la collaborazione. 

Pubblicato il 23/05/2022 su:

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